L’ammirazione di Musetti per Federer: “Tanti come me hanno sognato di essere come lui”.

Mai una volta Lorenzo Musetti ha negato di avere una certa stima per Roger Federer. Tutt’altro, visto che lavora ogni giorno con racchette e palline ed è uno dei pochi giocatori del tennis moderno in grado di eseguire il rovescio a una mano.

Il maestro, che ha dichiarato che la Laver Cup di Londra della prossima settimana sarà l’ultima occasione per vederlo in campo, ha affermato che i talenti azzurri come Alcaraz e Sinner evidentemente non hanno mai avuto la possibilità di incrociarlo.

Visti gli acciacchi fisici degli ultimi tre anni, Federer si unirà al ristrettissimo club composto da Djokovic, Nadal e Murray per ricomporre il quartetto delle meraviglie e poi dire basta. In una breve intervista rilasciata a Sky Sport, Lorenzo Musetti – reduce dalla sua prima panchina in singolare nelle qualificazioni alle Finals di Malaga e dalla sua seconda vittoria in Coppa Davis – si è soffermato chiaramente sulla straordinaria carriera di Roger Federer e ha espresso la sua profonda ammirazione per il fenomeno svizzero.

Le osservazioni di Lorenzo Musetti e il ritiro di Roger Federer.

“Anche se molti avevano previsto che Roger avrebbe smesso alla Laver Cup o a Basilea, la notizia su di lui fa ancora un po’ male. Una notizia triste, davvero. È una leggenda persa per tante persone che, come me, aspiravano a diventare come lui.

Ma sarà sempre una fonte di ispirazione per noi, soprattutto fuori dal campo, oltre ad essere un atleta eccezionale. Voglio incontrarlo di nuovo e magari scambiarci qualche palla un giorno”. Ha parlato ai microfoni di Sky Sport in diretta da Bologna, dove l’Italia sta disputando le qualificazioni alle Finali di Coppa Davis.

Nella realtà più accurata, Lorenzo Musetti, scelto per dare il via alle danze a Bologna nella seconda giornata, ha avuto pochi problemi a superare la difesa di Borna Gojo e a regalare alla nazionale italiana di Filippo Volandri il momentaneo vantaggio di 1-0 sulla Croazia. A chiudere i conti ci hanno pensato Berrettini, Fognini e Bolelli.