Tutta la carriera di Panatta, dal tennis al nuovo ruolo televisivo: “Cosa faccio? Me stesso”.

Una colonna del tennis italiano, una leggenda generazionale e davvero ideale per la televisione. Adriano Panatta, 72 anni, è ancora alla ricerca di nuove sfide. Il campione del Roland Garros 1976 ed eroe della Davis sarà ospite di “Domenica Dribbling” a partire da oggi per le rubriche “Doppio misto” e “Serve & Volley”. Tuttavia, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Silvia Fumarola per Repubblica, non potrà divertirsi al massimo se “non mi lasceranno fare quello che voglio” con il sorriso.

“Ho sempre improvvisato mentre lavoravo. Adriano sostiene di aver messo subito le cose in chiaro: “Ho detto “sapete come opero in TV, faccio un po’ come mi pare”, mettendo subito le cose in chiaro. Preferisco intervenire sul momento e dire qualcosa che spero sia intelligente.

Abbiamo chiacchierato e ora siamo qui. Cosa cercava di ottenere? Quello di rendere la programmazione sportiva televisiva meno rigida e piatta. Questa frase non mi entusiasma molto. Dal mio punto di vista, il calcio è considerato in modo piuttosto ecumenico.

Sembra che lei sia senza parole.

TV, politica e tennis. Panatta racconta la sua storia.

Il tennis, ovviamente, e la televisione. Inoltre, un vero e proprio confronto tecnico e non tecnico tra il passato e il presente.

“I nostri colpi erano più morbidi e meno strappati, e i nostri movimenti erano più belli. Ognuna di esse era una racchetta unica. Ora appaiono sorprendenti”. Senza allontanarsi nemmeno un po’ dalla verità, ha detto: “Tutti gli sport sono più veloci e gli atleti sono cambiati; il più piccolo è alto come me, che sono alto 1,70″.

Evidentemente Panatta non si è tirato indietro quando ha sentito il bisogno di parlare di Paolo Bertolucci. C’è spazio anche per un commento sulle sue idee politiche. Mi considero un liberale progressista.

Sia anticomunista che antifascista. Spero e credo che entrambe le cose in Italia siano finite”, ha detto. L’immagine è stata fornita da Getty Images.