Craig Tiley si corregge: l’amministratore delegato di Tennis Australia ha messo in dubbio la partecipazione di Novak Djokovic al primo Grande Slam dell’anno, dopo aver dichiarato in una dettagliata intervista a “The Age” che tutte le organizzazioni nazionali stanno cercando di assicurare la partecipazione dei migliori atleti del mondo.
“Stiamo rispettando i tempi per il rientro di tutti i migliori giocatori. Tutti”, aveva detto Tiley, “sono in condizioni molto migliori rispetto a qualche mese fa, con persone che viaggiano liberamente e con pochi vincoli.
Questo mi fa credere che in pochi mesi potremmo avere i migliori giocatori del mondo”.
Karen Andrews, ex ministro degli Affari interni, si è dichiarata in forte disaccordo con queste parole e ha chiesto di impugnare la decisione che nega a Djokovic il visto per i tre anni successivi.
Non credo che ci sia alcuna giustificazione per annullare la decisione solo perché può permetterselo finanziariamente”, ha detto. “Il governo dovrebbe tenere conto di tutte le altre persone a cui è stato revocato il visto.
Ci deve essere una serie di regole diverse per Novak Djokovic e per tutti gli altri”. Pochi giorni dopo ha risposto alla “ABC Australia”: “Non è giusto”.
un rapporto. Tiley: “Non ci saranno pressioni da parte nostra”.
Si aggiungono così nuove pagine alla narrazione, in cui Tiley spiega come Tennis Australia non interferirà con la scelta del governo riguardo alla presenza del 21 volte campione Slam approfittando del vuoto lasciato dagli organizzatori degli Us Open.
Di conseguenza, la posizione è stata aggiornata di qualche giorno. “Non possiamo fare pressione su di loro per affrontare la questione. Ci adegueremo ed eseguiremo tutte le indicazioni dopo che Novak e il governo avranno risolto le loro divergenze, in accordo con il CEO di Tennis Australia.
Non ci metteremo in mezzo; la decisione spetta a loro. A seconda della conclusione, saremo ovviamente felici di riaverlo in Australia”, ha detto Tiley.